Questo progetto fotografico nasce all’interno di una residenza d’artista a Borca di Cadore, realizzata in collaborazione con Dolomiti Contemporanee, nel contesto straordinario del Villaggio ENI. Il villaggio fu progettato tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 per volere di Enrico Mattei, con la direzione architettonica di Edoardo Gellner, e rappresenta uno dei più ambiziosi esempi di architettura organica e visione sociale del secondo dopoguerra.
Al centro del mio lavoro ci sono le 280 villette monofamiliari, immerse in un bosco fitto ai piedi del Monte Antelao, nel cuore del Cadore. Le abitazioni furono pensate per integrarsi con il paesaggio, rispettando l’orografia del terreno, con materiali locali, forme modulari e orientamenti studiati per valorizzare la luce e il contesto naturale.​​​​​​​
Attraverso uno sguardo essenziale, ho indagato il rapporto tra architettura e natura, tra il progetto umano e l’evoluzione spontanea del paesaggio. Il lavoro si concentra sul contrasto visivo e simbolico tra il grigio del cemento e il verde dominante del bosco, riflettendo su come l’uomo abbia provato ad abitare la natura senza snaturarla, e su come oggi, a distanza di decenni, la vegetazione stia riconquistando lentamente lo spazio costruito. La presenza dell’uomo sopravvive nei volumi, nei dettagli, negli interni caldi e vissuti, in contrasto con gli esterni rarefatti, spesso immersi nella nebbia, dove la dimensione architettonica si dissolve nel bosco.
Il progetto si muove così tra memoria e trasformazione, tra forma e assenza, documentando un esempio unico di architettura integrata nel paesaggio, oggi sospeso tra storia, abbandono e resistenza.